MIASCIA
Lombardia
Dolce tipico brianzolo, la Torta Paesana, o Miascia, o Meascia, il nome varia da paese a paese.
E' un dolce povero, una "torta casalinga"
dalle origini antichissime, che si prepara con gli avanzi e gli
ingredienti e le dosi variano a seconda di quello che si ha in casa :
l'ingrediente principale è il "pan poss", il pane
raffermo, che un tempo non si gettava mai via: si prepara impastando
il pane raffermo con il latte, si aggiungono poi uova, zucchero,
burro, mele o pere, pinoli, uvette e, a discrezione, amaretti
sbriciolati, cioccolato amaro, scorza di limone. E' una torta facile
da preparare, riesce sempre. Si versa l'impasto nella tortiera
imburrata e si fa cuocere in forno a 180° circa per 30 minuti.
Controllare se è cotta al centro con uno stecchino. Non deve
risultare troppo secca, ma deve restare morbida. Come già per la
torta di Arignano, la cottura in forno serve più che altro per
asciugare e per formare una crosticina dura in superficie.
Solitamente viene
guarnita con pinoli, può avere sia forma rotonda che rettangolare.
Esistono numerose
varianti locali in cui si può apprezzare questo dolce, alcune che
non utilizzano il pane raffermo, ma si basano su un impasto di farina
bianca e gialla. Alcune ricette usano il cacao, altre invece no, e si
ottiene quindi una miascia “bianca”.
I dolci poveri, come la
miascia, sono sovente preparati con frutta secca o fresca, per
ottenere una base zuccherina naturale: un tempo infatti lo zucchero
era molto raro e lo si trovava solo sulla mensa dei ceti più
abbienti. Ne risultano razioni estremamente energizzanti, ma anche
piuttosto complete sul piano nutrizionale: la frutta apporta sali
minerali e vitamine e nobilita le "calorie vuote" dello
zucchero.
In passato, il dolce non
era come oggi consumato a fine pasto, ma in alcuni casi in
sostituzione del pasto stesso, piuttosto che come merenda o comunque
in occasioni particolari come feste, ricorrenze, doveri di
ospitalità.
Il nome "torta paesana" deriva dal fatto che un tempo veniva preparata durante il giorno della festa del paese e anticamente veniva cotta in forni comunitari utilizzando il pane, che fino a prima della preparazione era conservato nella tradizionale "panadura".
Eheh.. questa la conosco molto, molto bene! Ed è stupenda.. sa di ricordi, di tradizione e di infanzia!! Un abbraccio e passa un fine settimana stupendo! :D
RispondiEliminaE' veramente buonissima e apprezzata da tutti.
EliminaBuon fine settimana! Abbracci
eli