LO STATUTO ALBERTINO
Pranzo di Stato nel 1848
STATUTO
ALBERTINO 10 FEBBRAIO 1848
Giungendo
improvvisa la notizia della concessione della Costituzione da parte
di Ferdinando II di Borbone (1810-1859), re delle Due Sicilie, i
Decurioni avevano immediatamente formulato una richiesta al Re di
emanare una Costituzione anche per il Regno di Sardegna, presentata
dai due Sindaci al sovrano in persona il 7 febbraio successivo. Carlo
Alberto cedette alla richiesta e fece predisporre una dichiarazione
di quattordici princìpi ispiratori, utilizzati poi per
l’elaborazione dello Statuto, che avrebbe reso costituzionale la
Monarchia Sabauda, proclamati al popolo l’8 febbraio 1848 verso le
15,30.
La
notizia suscitò l’entusiasmo della popolazione, che inscenò
numerose manifestazioni di gioia e di ringraziamento .
l 10 febbraio i Sindaci e i Decurioni di Genova
giungevano a Torino per esprimere al Re la gratitudine della città,
nell’occasione i Decurioni della Città di Torino offrivano
ai colleghi genovesi un pranzo
all’Hôtel Europa in Piazza Castello, in faccia al Palazzo Reale,
Il
pranzo, con servizio alla “russa”, era suddiviso in quattro
parti: per prima la zuppa, poi le Entrée,
i piatti di maggior consistenza, generalmente caldi, accompagnati
dagli hors-d’oeuvre
(appendici) come «...
composti agri, radici, butirro, salume, ostriche, …»,
quindi gli entremets
(tramezzi),
piatti più leggeri, come legumi o creme; pasticceria e infine i
dolci e la frutta (dessert).
Il
pranzo del 10 febbraio 1848 fu introdotto, secondo le regole, dalla
pregiatissima zuppa di testuggine. Seguivano le entrées,
che comprendevano in primo luogo un tipico fritto misto piemontese,
poi “Pesce Turbot a
due salse”, il nostro
rombo, quindi “Arrosto
di bue all’inglese”,
“Cappone con tartuffi
alla Parigina” (ma
con tartufo bianco d’Alba al posto di quello nero del Périgord), e
“Certosa di
selvaggina”, con
carni di beccaccia, piccione, pernice e fagiano stese su un letto di
verdure e legumi, secondo la ricetta del Trattato
del Vialardi.
La sequenza delle carni veniva immancabilmente interrotta dal “Punch alla romana”, che si preparava - secondo le istruzioni del Vialardi - con the verde, succo e scorza di limone e arancio, zuccherati, miscelati e gelati, integrati con albume d’uovo sbattuto e cognac o maraschino.
Dopo l’intermezzo del punch, il pranzo riprendeva con due piatti a base di verdura: i “piccoli piselli all’inglese”, piselli lessati e serviti bollenti con burro, e i “Carciofi alla Lionese”, glassati con burro, zucchero e vino bianco.
Dopo la breve tregua riprendeva la sequenza degli arrosti, con “Fagiano allo spiedo con crescione” e “Pasticcio di fegato grasso con gelatina”. Seguivano un dolce della tradizione inglese, il “Plum-Puddingo al Rhum”, budino con uvetta e canditi ammorbiditi nel liquore, e una “Crema alla Chantilly” e finalmente si concludeva con i gelati e la frutta.
La sequenza delle carni veniva immancabilmente interrotta dal “Punch alla romana”, che si preparava - secondo le istruzioni del Vialardi - con the verde, succo e scorza di limone e arancio, zuccherati, miscelati e gelati, integrati con albume d’uovo sbattuto e cognac o maraschino.
Dopo l’intermezzo del punch, il pranzo riprendeva con due piatti a base di verdura: i “piccoli piselli all’inglese”, piselli lessati e serviti bollenti con burro, e i “Carciofi alla Lionese”, glassati con burro, zucchero e vino bianco.
Dopo la breve tregua riprendeva la sequenza degli arrosti, con “Fagiano allo spiedo con crescione” e “Pasticcio di fegato grasso con gelatina”. Seguivano un dolce della tradizione inglese, il “Plum-Puddingo al Rhum”, budino con uvetta e canditi ammorbiditi nel liquore, e una “Crema alla Chantilly” e finalmente si concludeva con i gelati e la frutta.
Leggerti è sempre così interessante! :D E che portate.. mi incuriosiscono parecchio! Un abbraccio, buon pomeriggio!
RispondiEliminaUna vera esagerazione!
EliminaTi immagini che abbiocco post-prandiale? :-)
Ciao, a domani!
Eli