IL PANDOLCE GENOVESE
E' il tipico dolce di Natale di Genova
e della Liguria.
La storia del Pandolce è decisamente
più antica di quella del più diffuso cugino milanese, il Panettone,
nato nel XIX secolo: si era solo a metà del '500 quando il Doge
Andrea Doria bandì un concorso tra i pasticcieri della
regione perché creassero un dolce che restasse fragrante e profumato
abbastanza a lungo da poter essere stivato nella cambusa delle navi.
Secondo lo storico Luigi Augusto Cervetto (1834-1923) il dolce
avrebbe invece un' origine
persiana in
quanto, presso questo popolo, all’alba del giorno di Capodanno, era
consuetudine offrire al re una specie di grande torta ripiena di mele
e canditi che gli veniva recata dal più giovane dei suoi sudditi
Secondo la tradizione, il Pandolce
veniva portato in tavola con un rametto d'alloro (ma c'è chi dice
d'olivo...) conficcato sulla sommità, e spettava al più giovane
della famiglia porgere cerimoniosamente tale rametto al più anziano,
mentre la madre recitava: “ Vita lunga con questo pane! Prego per
tutti tanta salute, come oggi, così domani affettarlo qui seduti,
per mangiarlo in santa pace coi bambini, grandi e piccoli, coi
parenti e coi vicini, tutti gli anni che verranno, come spero Dio
vorrà”. Dopodiché il
Pandolce
passava di mano in mano per essere baciato da ogni
commensale (gesto denso di significato, che però ora ci farebbe
inorridire...) e solo allora il capofamiglia provvedeva a tagliarlo.
La
prima fetta veniva messa da parte per il
primo povero che si fosse presentato alla porta, la seconda veniva
riposta e mangiata il 3 febbraio in occasione della festa di S.
Biagio, protettore della gola, perché considerata una
specie di panacea per i malanni dell'inverno; quindi,
finalmente, iniziava la distribuzione delle preziose e profumate
fette.
Il Pandolce ora si trova tutto l'anno,
nelle due versioni: tradizionale
e più basso, e quello
più alto, lievitato.
Gli ingredienti del pandolce sono:
farina, burro, anice, uva sultanina, zibibbo, zucca candita (la
zuccata siciliana!) canditi, pinoli, acqua di fiori d'arancio, semi
di finocchio, lievito preparazione deve essere accurata con
particolare riguardo alla lievitazione che ha
bisogno di un caldo costante per cui, un tempo, alcune massaie se lo
portavano a letto insieme allo scaldino.
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